7a Porte di Pietra

all'arrivo...
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LE “MIE” PORTE DI PIETRA di Francesco Bottero

È venerdì sera, arriviamo a Cantalupo Ligure e comincia a piovere, ma siamo fiduciosi per domani, il meteo è previsto bello. Ci avviamo al ritiro del pettorale e controllo del materiale obbligatorio, c’è un bel clima, rilassato. Per stemperare un po’ la tensione (nostra) ci beviamo una birra e parliamo un po’ di come potrà essere il percorso domani, ripassiamo i punti salienti, le salite e soprattutto i ristori, saranno solamente cinque e nel tratto centrale a circa 20 chilometri uno dall’altro. Durante la cena l’organizzazione ci informa che sul percorso ci sarà molto fango ma la sicurezza non è pregiudicata.

Ore 7.50, io e Fausto entriamo nella zona della partenza, come sottofondo la colonna sonora de “L’ultimo dei mohicani”, l’adrenalina è alle stelle mentre aspettiamo il via, foto di rito poi d’un tratto cambia la musica, è ora degli AC/DC, lo start si avvicina, un “in bocca al lupo” e quasi senza accorgercene si parte! Ci infiliamo in mezzo alle case di Cantalupo Ligure poi una strettoia e una bella scalinata molto scivolosa che sgrana già il gruppo, dopo un breve tratto d’asfalto in salita si scende per un sentiero molto fangoso, si guada il torrente e si sale nuovamente in mezzo ai campi. Si scende e si attraversa la caratteristica passerella del “pertuso”, di qui ci aspettano 2km di sentiero ripido e scivoloso con scorci magnifici sulla sottostante Val Borbera. D’ora in avanti sarà un susseguirsi costante di salite, più o meno ripide e lunghe, e discese, a volte tecniche ed impegnative, a volte semplici e veloci. I tratti di asfalto sono ridotti al minimo, fino al 42° km solo sentieri in mezzo a bellissimi boschi, il fondo è spesso scivoloso a causa della pioggia della sera precedente. A volte ci si trova a correre completamente soli, immersi nei propri pensieri per svariati chilometri, sarebbe più semplice avere qualcuno davanti sul cui passo potersi concentrare ma forse il bello dei trail sta anche lì: il saper correre e muoversi su diversi sentieri in completa autonomia utilizzando la testa per far girare il motore! Purtroppo sulla salita del Bric Cravello (poco dopo il secondo rifornimento, molto ripida!) comincio a sentire, per ora latenti, il sopraggiungere dei crampi, siamo solo al 23° chilometro e dovrò conviverci per i restanti 49! Dopo il Monte Antola si prosegue sulla dorsale per alcuni chilometri con continui sali e scendi su un bel single-track dall’ottimo fondo fino al terzo rifornimento idrico, siamo al chilometro 42 circa, riempio il camel-bak e la borraccia, mangio una barretta mentre mi avvio in discesa su asfalto. Dopo poche centinaia di metri si svolta a destra su una pista forestale che sale molto ripida nella faggeta, anche qui il fango la fa da padrone, dopo un po’ però comincia a tuonare, il temporale è proprio sulla prossima meta: il Monte Carmo. Giusto il tempo di mettersi l’antivento e si scatena il temporale…prima forti piogge poi una bella mezz’ora di grandine e fulmini proprio sopra la testa, fortunatamente solo alcuni tratti della dorsale sono completamente spogli, altrove invece sono in parte protetto dal fogliame del bosco. Quelli sono momenti in cui bisogna tenere duro e proseguire…supero così il Monte Legnà e il Cavalmurone e dopo un po’ di discesa su sentiero infido raggiungo il quarto rifornimento idrico a Cap. di Cosola al km50 circa, i volontari si sincerano delle condizioni di ogni corridore e lo avvisano che da lì al prossimo rifornimento ci sono 15 km e in mezzo c’è il tratto più alto e esposto dell’intero percorso. Davanti a me solo prati seguendo la lunga dorsale tra il Monte Chiappo e il Monte Ebro (entrambi a 1700m di quota), come compagnia una lunghissima staccionata, sempre per la massima pendenza, purtroppo il vento, le nuvole e la pioggia (e la stanchezza!) non mi fanno godere appieno della bellezza di questi luoghi, nonostante tutto si continua ad avanzare finchè la salita finisce e ci si tuffa (letteralmente) in una ripida discesa verso il Rif. Ezio Orsi. Il tempo cambia rapidamente, le nuvole ed il vento lasciano il posto al sole e alla calma, dopo un breve sosta al rifugio e un augurio del gestore si riparte in mezzo ad una bella faggeta in direzione delle ultime fatiche: il Monte Gropà e il Monte Giarolo. Il tratto tra le due cime è stupendo, una dorsale ampissima, verde e finalmente in pieno sole! La vista spazia dalla sottostante Val Borbera sulla sinistra alla pianura piemontese sulla destra. D’ora in poi quasi tutta discesa, le gambe però sono ormai “dure” (a causa dei crampi che finalmente non mi tormentano più ma che mi hanno lasciato le gambe “di legno”!) e la discesa su sterrate dal fondo pietroso è molto faticosa; dopo l’ultimo rifornimento e l’ennesimo strappo in salita non resta che lasciare andare le gambe in vista dell’ultimo chilometro su asfalto nelle vie del paese, poi gli ultimi 50 metri su tappeto rosso e l’arrivo! WOW!! Incredibile ma l’ho finita!! Dopo i complimenti degli organizzatori (rivolti a tutti!) mi divoro 5-6 pezzi di ottima focaccia poi aspetto Fausto. Controllo con i tecnici del cronometraggio che è passato all’ultimo rifornimento all’incirca nel momento in cui sono giunto all’arrivo, non mi resta che attendere un po’ finchè non lo vedo sbucare dall’ultima curva e percorrere anche lui gli ultimi 50 metri sul tappeto rosso, lo immortalo proprio sulla linea dell’arrivo…poi un abbraccio e i complimenti reciproci…siamo entrambi provati (nessuno dei due aveva mai corso consecutivamente più di 6 ore), approfittiamo del ristoro finale poi uscendo dalla zona di arrivo ci consegnano la maglietta di Finisher delle Porte di Pietra 2013. Questa non rappresenta solo la conclusione di questo trail ma anche di alcuni mesi di preparazione con Fausto, Andrea, Fabio e tanti altri passati a faticare e soprattutto a divertirci tra sole, pioggia e neve su e giù per le nostre belle montagne!

Grande soddisfazione per aver portato a termine questo splendido trail, se un anno e mezzo fa (quando misi il primo paio di scarpe da corsa nei piedi) qualcuno mi avesse detto che sarei riuscito a fare una corsa del genere gli avrei dato del pazzo…e invece eccomi qua…

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Commenti: 2
  • #1

    Bianca (venerdì, 17 maggio 2013 10:48)

    Non basterebbero mille parole.
    Scrivo solo un GRAZIE: per la pelle d'oca che viene leggendo questo racconto, per la motivazione a tener duro e non mollare mai, per aver visto, anche nella fatica, i mille colori che dà la libertà.
    Non smettere di correre e di raccontare.

  • #2

    Maurizio (venerdì, 24 maggio 2013 06:39)

    I miei più grandi complimenti a te e Fausto per questa grandissima impresa! Bravi! Bravi! Bravi!