About Corno Stella: "Sul tappeto volante"

Il tempo è eterno, è il simbolo dell’eternità,  noi  siamo qui soltanto per un breve attimo; per cosa utilizziamo questo breve tempo? Per un tentativo o per il desiderio di vedere la propria vita da lati diversi, in prospettiva, un esercizio di autoidentificazione. Corriamo da una cosa all’altra, senza pensare  dove dobbiamo andare, o se, tutto sommato, andiamo avanti. Credo che l’importante sia sapersi fermare e, se necessario, tornare indietro, ritrovare ciò che è più del semplice esistere. Siamo giunti qui soltanto per prendere forma o ci è possibile scoprire alcune delle gioie della vita, i suoi misteri, le cose che stanno chiuse fuori dalla porta e che si rivelano solo a chi si dà il tempo di cercarle,di  interrogarsi su cose piccole e grandi?

Così il Corno Stella: è lì da un tempo indefinito, esisteva già quando era ancora un tutt’uno con le rocce circostanti , poi, come Michelangelo liberava le sculture che già vivevano nel blocco marmoreo, la natura lo scolpì e ne liberò la sagoma, Da qualunque lato lo si osservi è immenso, incredibilmente slanciato e con forme sinuose ed eleganti:  roccia calda e invitante nella parete Sud -Ovest, più fredda e cupa sulla Nord-est; è immobile e impassibile ma ,sotto sotto, vivo e felice e sorridente, così tanti uomini gli fanno il solletico!

In uno scenario del genere si intuisce quanto insignificante sia l’uomo. Noi crediamo di essere così grandi, mentre siamo soltanto formiche. Noi crediamo che la natura sia qui per noi, mentre siamo noi ad essere qui per lei.

Essendo un “giovane”, alpinisticamente, non lo conosco molto: ho percorso solamente due itinerari che ho trovato  di estrema bellezza ed eleganza… Mai dimenticherò la prima volta che, in compagnia di Paolo e Alberto, riuscimmo a toccarne la vetta: un sogno finalmente divenuto realtà; non era la prima volta che ci trovavamo su  una via impegnativa in montagna, ma ci sentivamo intimoriti dalla mole del Corno, quasi che scalarlo fosse un tabù! Fu un’esperienza davvero intensa;sul plateau sommitale  ci sembrava quasi di volare,proprio come  su un enorme tappeto volante sospeso a mezz’aria tra il Canalone di Lourousa da una parte e un mare in tempesta dall’altra.

Pensando al Corno Stella mi vengono subito in mente coloro che ne hanno fatto la storia: uomini come il conte De Cessole, Campia, Ughetto e Ruggeri e altri ancora, eroi…abbiamo bisogno di eroi?

Sì, abbiamo più che mai bisogno di eroi, di uomini avventurosi che sappiano vivere i loro sogni,che sappiano essere  un modello per i più giovani e contribuire a sviluppare le forze importanti: lo spirito di avventura, l’iniziativa, la sete di azione. Una volta c’erano questi illustri personaggi a raccontare di avvenimenti  a volte gioiosi,altre più drammatici, comunque sempre emozionanti, su pareti vertiginose, ancora vergini e non. Ora il mondo è diventato piccolo, siamo sommersi dalle impressioni che ci impongono la televisione e gli altri mass-media; le avventure in carne e ossa dove le  possiamo trovare? La risposta, per me più ovvia, è che le dobbiamo trovare in noi, cercando di vivere  avventure in prima persona, attimi in cui è la natura a dettare le condizioni; bisogna bruciarsi i ponti dietro le spalle, uscire nel nulla e vivere situazioni dove sono le qualità umane a contare: la forza interiore, la bravura, la preparazione e la capacità di non arrendersi.

Ci servono modelli (come  P. Berhault e anche molti alpinisti cuneesi di ieri e di oggi), che ci provino che è possibile e che è permesso vivere i propri sogni. Ci serve qualcosa da sognare,qualcosa di vero da conquistare.Per qualcuno è stato,per altri è,per altri sarà ,anche, il Corno Stella. 

 

                                                     Francesco Bottero - Agosto 2003