100km del Sahara 2014

Giuliana Turra

La mia 100 km del sahara 2014

Cambia la data e si rinnova il programma della 16^ edizione della “100 km del Sahara”: parte dall’oasi di Ksar Ghilane, nel grande Erg orientale, e arriva nella mitica oasi di Douz dopo oltre 100 km di gara in 4 tappe.
Il programma è di 7 giorni e 6 notti delle quali, 3 in hotel e 3 nei campi tendati dove lo spirito di adattamento è enorme, ma l’entusiasmo è grande e ce la metto tutta.
Questa gara esalta lo spirito della sfida e ha tutti gli ingredienti necessari per esercitare il fascino dell’estremo, ma è alla portata di tutti, una gara impegnativa ma possibile nel luogo più inospitale del pianeta, in mezzo a dune e dune di sabbia sottilissima. Nei giorni antecedenti la partenza mi sono data un gran da fare a recuperare tutte le cose necessarie all’avventura, scarpe, vestiario, attrezzature, e finalmente si parte.

1° gg: domenica 27 aprile

Volo Italia - Djerba, partenze da Milano MPX nel tardo pomeriggio e dopo un interminabile viaggio arriviamo a notte fonda in Hotel, cena e pernottamento.

2° gg: lunedì 28 aprile

Ci svegliamo presto, facciamo colazione in Hotel e ci trasferiamo in pullman all’oasi a Ksar Ghilane per la cerimonia di apertura del programma. Abbandoniamo la zona turistica per addentrarci sempre di più nel deserto. Qua e là incrociamo sempre più sabbia, qualche arbusto, capre e dromedari a seguito dei pastori berberi. L’emozione sale: cosa mi aspetterà dal posto più inospitale del pianeta? 30°C, vento caldo e la sottilissima sabbia color ocra ci accoglie quando scendiamo dal pullman dopo quattro ore di viaggio.
Sistemazione libera presso le tende del campo permanente dell’oasi e alle ore 17:00 iniziano le verifiche tecniche, ci vengono assegnati i pettorali.
Alle ore 18 ha avuto luogo la presentazione ufficiale della gara, nella quale Adriano Zito ha illustrato le principali caratteristiche del percorso Ceniamo e ci corichiamo in gruppi da sei nelle tende, aspettando la partenza del giorno dopo.

3°gg: martedì 29 aprile - 1° tappa: 28 km

Grande giorno per la 100 km del Sahara. Ore 6.30 Colazione. Ore 7.00 consegna del borsone caricato sul camion 4x4 dedicato. Faccio la ricognizione del materiale (scarpe, ghette, camelbag, cappello, occhiali, bandana) e ripasso tutti i consigli ricevuti da chi questa esperienza l’ha già vissuta. Sono agitata. Ore 9, nel clima super adrenalinico, lo start di noi 75 runners. Tra le file grandi campioni, ma io rimango nelle retrovie perché voglio vivermi fino in fondo tutte le emozioni che mi regalerà il deserto, attraverso la vista, la pelle, il sudore, la fatica. Corriamo attraverso dune bellissime di sabbia finissima che cambia continuamente di colore, dall’ocra al bianco passando per il giallo, e sulle quali i piedi sprofondano.  Tranne che per un tratto centrale di terra battuta che ha dato un po’ di tregua alle gambe. Un gran caldo ci ha accompagnato, ma è quello che mi aspettavo.

Arrivo al traguardo coi primi dolorini ai piedi: un po’ di sabbia è penetrata nelle scarpe e d ecco le prime vesciche ma la soddisfazione è così gran de che non mi perdo in lamenti. Vado a docciarmi alla cisterna e un rigolo di acqua fresca è sufficiente a cancellare la calura e la fatica, ripulirmi dalla sabbia e a darmi refrigerio per il pomeriggio. Il pranzo è aperto fino all’arrivo di tutti i concorrenti, si consumano cibi italiani cucinati dallo staff poi assieme agli altri cinque compagni di avventura, ci riposiamo all’ombra delle tende berbere sui piccoli materassini appoggiati sulla sabbia, scambiandoci le prime impressioni e lasciandoci in grandi risate. Il campo è a semicerchio attorno ai camion dell’organizzazione, super attrezzati che mi riportano al ricordo di quelli di Overland, una trasmissione di grandi avventure di qualche anno fa. Uno spettacolo ammirarli.

Alla sera inizia la 2° tappa di 7 km in notturna: non mi è mai capitato di correre di notte, per cui la curiosità è enorme. Ci prepariamo con la luce frontale sulla testa e quella chimica sulla schiena, ognuno con un colore diverso. Ci presentiamo alla partenza a coppie. Il serpente illuminato di noi atleti nel buio è affascinante. Il cielo è senza luna, ma c’è un numero incredibile di stelle. Il fresco della notte ci lascia correre con poca fatica, poi ancora una doccia e la buona notte dopo aver cenato al campo.

 

4°gg: mercoledì 30 aprile - 3°tappa 30km

La giornata inizia presto al campo, con le prime luci dell’alba e la musica si Aischa come sveglia. C’e gran fermento tra le tende e noi atleti ci diamo un gran da fare per affrontare questa seconda giornata. Oggi sono 30 km, e la giornata appare subito calda. Corriamo sotto un sole piuttosto forte, 33° i gradi reali, molti di più quelli percepiti in un percorso che varia tra dune e sterrati compatti che danno un po’ di tregua ai miei piedi. E’ la tappa che ho sofferto di più, tanta sete x il gran caldo, l’arrivo che appare un miraggio oltre le dune e il dolore delle vesciche che si fa sempre più intenso. I ragazzi dello staff passano e ripassano spesso coi loro quad a rifornirci d’acqua che seppure riscaldata dal sole ci permette di non arrenderci. E’ questo la bellezza del deserto. Dopo i campioni arrivo anch’io e superare l’arco dell’arrivo è una grande soddisfazione, una rivincita. Ho voglia di andare sotto la doccia, ripulirmi della sabbia e della fatica e di gustarmi il pranzo. Ci sono anche le "eroiche" retrovie che arrivano alla spicciolata al traguardo, provati ma felici. D'altronde si sa, quando il gioco si fa duro, i duri giocano. Che gran fatica, ma la soddisfazione di essere arrivata al fondo anche oggi è grandissima e le emozioni si dipingono sul mio viso, e su quelli di tutti. In tenda ritrovo gli altri cinque compagni di avventura e ci addormentiamo tra i racconti della giornata. Che belle persone ho conosciuto.

5° giorno: giovedì 1 maggio - 4° tappa-la maratona 42 km

Deserto bianco Douz

La tappa odierna ha subito un cambio di programma dovuto alle alte temperature avute ieri. L'orario di partenza è stato anticipato di un'ora per permettere a noi atleti di correre almeno per le prime ore della maratona durante il fresco della mattina. La sveglia è alle ore 5. Solita consegna del borsone e pronti alla linea del via. Chissà se arriverò alla fine anche oggi, i km sono tanti e le condizioni climatiche piuttosto avverse.

Un forte vento, infatti, spazza incessantemente la pista, a volte favorendoci, a volte ostacolandoci nella corsa. Indosso gli occhiali preposti per il vento, ma la sabbia s’infila lo stesso e il volto ne è ricoperto. Il vento si rafforza proprio nella parte finale del percorso, quella più impegnativa e quando la stanchezza tocca il culmine.  Solleva la sabbia e rende il paesaggio quasi lunare. Gli atleti che mi precedono mi appaiono come spiriti del deserto, su uno sfondo dal cielo livido e sole bianco rendendo il paesaggio surreale. Soffro maledettamente ai piedi, vorrei arrendermi a pochi km dall’arrivo, ma l’incoraggiamento a terminarla della mia amica, mi convince a proseguire, prendere la cosa di petto e arrivare al traguardo. Mi scendono le lacrime per la fatica ma anche per la liberazione quando giungo sulla finish line nell'oasi di Douz, sotto il mitico arco della Zitoway, diventato ormai agognato miraggio per tutti noi. Chi l’avrebbe mai detto che ce l’avrei fatta anche questa volta a terminare oltre 100 km nella sabbia del sahara?  

Finalmente mi rilasso e lascio la tensione dei giorni precedenti godendomi la vasca da bagno ricolma di sapone nell’hotel di Douz e mi preparo x la cena e il meritato riposo.

Nei due giorni successivi ci aspettano i diversi trasferimenti per il ritorno a casa e ultima sera la serata di chiusura e delle premiazioni dei campioni.

Che dire, ho ritrovato tutto quello che mi aspettavo dal fascino del deserto, fatica compresa, e le condizioni climatiche immaginabili nel deserto, e ho trovato nuovi amici che spero di ritrovare in nuove avventure. È stata un’edizione fantastica sotto tanti punti di vista. Ho trovato un gruppo di persone fantastiche, desiderose di vivere l’avventura del Sahara con la consapevolezza del prezzo da pagare proprio come me. Grazie anche ai campioni che hanno esaltato lo spirito della gara e complimenti anche al fantastico gruppo di lavoro di tutto lo staff

Grazie a Giuliana per averci raccontato la sua esperienza nel deserto del Sahara!