Gran Trail Courmayeur 2013

Francesco Bottero

Sabato 13 luglio, ore 5.45, insieme ad altri 200 e Fausto, che a causa di un infortunio al ginocchio non può partecipare ma che mi farà da supporto (e che supporto!), ci troviamo dietro all’arco gonfiabile che indica la partenza del GTC. Controllo di rito del chip, qualche foto, un ultimo “in bocca al lupo” e si parte. Come sempre si parte allo stretto ma dopo poche centinaia di metri di strada asfaltata nel centro di Dolonne il gruppo si è già sgranato, anche se qualcuno che ha fretta e sgomita c’è sempre, e si comincia subito a salire per un bel sentierino in mezzo al bosco. Volutamente parto con calma, seguo un gruppetto che ha un bel ritmo costante che mi permette di continuare a riscaldarmi gradatamente senza impegnarmi troppo, man mano prendiamo quota fino a che il bosco lascia spazio ai prati e ad una sterrata…lo sguardo ora può spaziare e finalmente dopo una curva appare in tutta la sua bellezza il Monte Bianco alla luce dell’alba. Decido di rompere un po’ il fiato ora che c’è spazio per passare e così metto su un bel ritmo camminando velocemente, comincio già a superare chi è partito troppo forte e sta già mollando…io sto bene, e continuo salire fino all’ultima rampa prima del primo colle della giornata in sorpasso, il Col d’Arp a 2570m, ultimi metri su neve…Ora una traccia a mezza costa, stretta ed esigua, porta rapidamente al Col de la Youlaz a 2661m, non può mancare uno sguardo verso la Val Veny e oltre di fronte il Monte Bianco! Si scende ora attraversando un nevaio (uno dei tanti di questa prima parte di percorso) su neve compatta e gelata, poi un ripido costone che porta alla Fourches de la Youlaz e infine un sentiero aereo e stupendo che porta al Col Charmonts a 2815m, un passaggio scavato nella roccia! Si scende brevemente sul filo di cresta e poi nuovamente in traverso a mezza costa in salita, tagliando alcuni ripidi nevai che fortunatamente erano stati ‘tracciati’ nei giorni precedenti dai volontari. Dopo alcuni saliscendi si arriva al primo ristoro, al Mont Fortin, a circa 15 km dalla partenza, un balcone sulla sottostante Val Veny e sul versante Ovest del Monte Bianco, di qui già si scorge 600m più in basso la salita verso il Checrouit che presto bisognerà affrontare. Si scende ora su prati e ampi nevai, la direzione indicata dalle immancabili bandierine rosse, poi un colletto e giù per un sentiero ripido e tecnico in Val Veny, la discesa però dura poco perché si ricomincia a salire, attraversando a mezza costa nevai e ruscelli fuori sentiero…fino al Col de la Seigne, passaggio dell’UTMB. Si scende ora ricalcando il percorso del famoso Ultra…principalmente su nevai fino alla piana e ad una breve risalita al Rifugio Elisabetta, secondo ristoro a circa 24km. Dopo una breve sosta riparto in discesa sui sentieri che tagliano la strada e poi la sterrata in piano fino alla confluenza del ghiacciaio del Miage e la sua enorme morena. La pacchia è finita e si ricomincia a salire, sempre seguendo il tracciato dell’UTMB, il sentiero è bello anche se a tratti molto ripido, si guada un torrente (acqua gelida fino alle caviglie) e, forse proprio a causa di questo, comincio a prendere mal di stomaco…in un attimo mi sento prosciugato da tutte le energie…mi siedo un minuto, con me un concorrente della 50km che approfitta di una pausa anche lui…ripartiamo insieme poi al colletto (finalmente…che calvario!) lo lascio proseguire, mi fermo 10 minuti, mangio, mi riprendo e nel frattempo ammiro il Monte Bianco, 2500m più in alto, gli sono praticamente di fronte, inconfondibili la cresta dell’Innominata, il Freney, la cresta di Peuterey, l’Aiguille Noire e la Blanche, il Grand Pilier d’Angle, sembra quasi di averle a portata di mano…non capita spesso la fortuna di una giornata serena ed un punto di osservazione privilegiato…faccio il pieno di immagini e riparto rinfrancato e con le gambe decisamente più leggere. Il sentiero alterna brevi salite e bei traversoni su ottima traccia dove lasciare andare le gambe è d’obbligo…in breve raggiungo un terzetto che mi aveva passato al precedente colletto e con loro giungo al terzo rifornimento a Maison Vielle, km 35 circa, una bella pausa di una decina di minuti, si scambia qualche battuta con gli altri compari di ventura…e poi via si riparte…su per le piste alla massima pendenza fino all’arrivo di una seggiovia poi il tratto meno bello e noioso, una pista da sci ghiaiosa, per fortuna non troppo lunga, fino a doppiare lo sperone del Monte Chetif che con un ampio giro ‘circumnavigheremo’ a breve. La salita riprende subito cruda sulla massima pendenza su prati poi un mezza costa piacevole fino ad un tratto di roccette con una breve, e semplice, ferrata, qualche gradino ed una catena a cui aggrapparsi (per altro non indispensabile!). 1000 metri più in basso si vede Courmayeur…che ci chiama…ma passerà ancora un bel po’ di tempo prima di raggiungerlo…infatti dopo un tratto in falsopiano e una discesa su placca rocciosa il sentiero si impenna, la pendenza e i numerosi gradoni mettono a dura prova le gambe…non dura molto ma lascia i segni…dopo una breve discesa che sembra illudermi che sia dolce e su buon fondo si arriva ad un colletto e giù per un canalino pietroso sulla massima pendenza (sembra di essere sul Passo dei Detriti!!). Dopo un po’ migliora ma rimane comunque ripida e molto polverosa e, unito al caldo che aumenta scendendo di quota, la rende interminabile! Ho la fortuna di scendere in compagnia di uno degli ‘Orsi’, organizzatori delle ‘Porte di Pietra’, così chiacchierando un po’ il tempo passa e ci troviamo sui prati appena a monte di Dolonne. In fondo alla strada diamo ‘il 5’ ad un bambino che ci incita e poi scorgo una faccia nota…è Fausto che è venuto ad aspettarmi…insieme a lui un ristoro improvvisato da due bambine che ci offrono acqua e menta gelata…riprendo a scendere con Fausto in bici al fianco…è davvero piacevole avere qualcuno, una faccia famigliare, che sa in che stato puoi essere dopo 45km e 3200m di dislivello positivo e negativo ed incitarti a proseguire, a dirti che stai andando bene…in breve sono al ristoro principale. Ho di nuovo lo stomaco chiuso e non riesco a mangiare un granchè, bevo e mi riposo per 15 minuti poi via si riparte. Si passa in centro a Courmayeur, davanti allo storico ufficio delle Guide poi su nella Val Sapin prima su asfalto poi su sterrata fino a prendere il sentiero per il Rifugio Bertone. Il sentiero è ripido e le forze scarseggiano un po’…per fortuna Fausto mi accompagna per un bel pezzo…ad un certo punto deve scendere (per preservare il ginocchio infortunato!) e io proseguo da solo…la salita è interminabile, mi raggiunge un concorrente che mi sprona a tenere duro, conosce la salita e mi dice che ormai il Rifugio è vicino…arriviamo insieme al ristoro, 5 minuti di pausa, un po’ di mocetta per rompere il dolce delle barrette…e via si riparte…d’ora in poi sarò sempre solo…dopo ancora un centinaio di metri ripidi si scollina e si entra nella Val Ferret, di fronte a me l’Aiguille di Rochefort e le Grand Jorasses, imponenti, con le seraccate a piombo sulla bassa valle! Di qui mi aspettano circa 6 km di sali e scendi descritti come noiosi ma che invece si riveleranno molto divertenti su ottima traccia in terra battuta…sì ci saranno delle salitelle, anche dure, però corro in mezzo ai rododendri fioriti, la testa si rilassa anche un po’…quasi senza accorgermene arrivo al Rifugio Bonatti, 58° km circa…anche qui una breve sosta per rifocillarsi è d’obbligo, mocetta e coca-cola (che accoppiata!), poi, con calma, riparto per i successivi 600m di dislivello verso il Pas entre deux Sauts, un colle laterale del vallone di Malatra. La salita non è mai durissima e alterna tratti ripidi a brevi pianori…da solo in un vallone così grande la mente vaga libera...in lontananza scorgo un concorrente…lo prendo come riferimento…non lo raggiungerò più…ma in questo frangente mi da l’idea delle distanze e dei sentieri che devo ancora percorrere! Passo dopo passo raggiungo il colle, qualche nuvola ha coperto il sole e si è alzato anche un po’ di vento, mi ero quasi dimenticato di essere a più di 2500m! Senza pensare mi butto in discesa, ripida, a volte pietrosa nel vallone di Arminaz, guado l’ennesimo torrente e poi via su, in mezzo a numerose chiazze di neve verso l’ultimo colle, il Col du Sapin a 2435m. Poco prima di arrivare al colle vedo una figura che corre giù dalla cresta verso il colle…mi dico…sto sognando o sono desto??? Per fortuna non sono ancora messo così male…non era segnalato ma al colle hanno elitrasportato un bivacco ‘portatile’ e due volontari aspettano al freddo, ormai sono le 7 di sera, il passaggio dei concorrenti…un bicchiere di thè caldo mi rinfranca e riparto in discesa…Un po’ di neve all’inizio poi un sentiero ripidissimo che piomba nel vallone. Dopo aver superato l’ennesimo nevaio, una breve ma durissima risalita su un’erosione porta all’ultimo ristoro a Curru, una baita isolata. Dopo una breve sosta riparto pensando di avere davanti a me solo più discesa…invece…dopo l’illusione di qualche centinaio di metri, comincia un sentiero a mezza costa in continuo sali e scendi…sempre ripido sia in salita che in discesa…ma…me la prendo con calma e piano piano raggiungo la Suche…di qui dovrebbero essere solo più 600m circa di dislivello…infatti le salite sono ormai alle spalle e scendo velocemente, le gambe rispondono ancora egregiamente, su ottimo sentiero sotto una bella pineta, bisogna solo fare attenzione alle numerose radici ma per il resto è un tappeto! Attraverso un gruppo di baite…una famiglia sta già cenando…ma fanno il tifo e mi chiedono se ho bisogno di qualcosa…nonostante si passi nel cortile di casa sono felici di vederci passare!!! Ancora un tratto di sentiero poi questo lascia il posto ad una strada asfaltata…poche centinaia di metri e si riprende a scendere in mezzo ai boschi…ormai la pendenza è modesta e si corre proprio bene! Senza rendermene conto mi trovo sopra le prime case di Courmayeur…la chiesa e l’ufficio delle guide e sfilata per la via centrale di Courma che a quell’ora (è sabato sera e sono le 20) è gremita di turisti…qualcuno ignaro della corsa, qualcuno che invece fa il tifo…sono quasi arrivato, sento lo speaker che dice il mio nome, nonostante ancora non veda il traguardo, poi scorgo Bianca e poco più avanti Davide che sono venuti ad aspettarmi all’arrivo…Fausto dietro alle transenne ad immortalare il mio arrivo…le gambe sono leggere come piume e a 4 per volta salgo gli ultimi scalini sotto al traguardo!! Wow è fatta!!! La gioia è tanta e per un attimo la fatica sparisce…Bianca, Davide e Fausto mi fanno i complimenti, mi chiedono come è andata…non so da che parte cominciare…così tante emozioni vissute nell’arco di 14 ore sono difficili da riassumere in pochi attimi…fatica: tanta ma sempre ripagata da paesaggi mozzafiato e la felicità per aver portato a termine un Trail con la “T” maiuscola, non una corsa su strade sterrate, ma su sentieri di montagna, nevai, guadi…davvero un Gran Trail!!!

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