Sud Tirol Ultra Race 2013 - Ed. 1

Francesco Bottero

Premessa: sapevo di non essere ancora pronto per affrontare un Ultra Trail così lungo e impegnativo, ma il caso ha voluto che partecipassi ad un concorso sul sito Distance+ chiamato Virtual Trail Championship. In pratica tra Febbraio e Giugno ho mandato le tracce Garmin degli allenamenti e delle gare. In base alle distanze e dislivelli percorsi è stata stilata una classifica. Il concorso ha premiato con un pettorale per la Sud Tirol Ultra Race del 26-27-28 Luglio…121km e 7069m di dislivello positivo e negativo…i primi cinque uomini e cinque donne classificati così da sfidarsi realmente. Il 2 luglio mi arriva una mail da Davide di Soul Running che mi informa che sono giunto secondo nel VTC…sono colto di sorpresa…non avrei mai pensato di riuscire ad arrivare nei cinque!! Telefono immediatamente a Manuela, le spiego la faccenda…siamo liberi l’ultimo week end di luglio? Sì…beh allora non posso non accettare, non so bene a cosa vado in contro ma in qualche modo proverò a concludere la corsa!!!

 

E così eccoci qua, venerdì 26 Luglio a Bolzano, arriviamo verso mezzogiorno, circa 35°. Sembra di stare in un forno! Dopo aver preso il pettorale e pacco gara in Piazza Walther ci rinfreschiamo nel Museo Archeologico, interamente dedicato a “Otzi”, l’uomo di Similaun…è molto interessante, soprattutto è a misura di bambino e infatti Agnese si diverte tantissimo!!! Pranziamo poi nel parco lungo i fianchi del fiume Talvera dove incontriamo Gianpiero. Non ci conosciamo se non di vista per aver partecipato alla Val Maira Sky Marathon dello scorso anno, ma il feeling è immediato! In attesa della partenza, che avverrà alle 22 da Piazza Walther, cerchiamo di rilassarci un po’ all’ombra, si preparano le ultime cose, cerchiamo di dare una risposta ai molti interrogativi che affollano la nostra mente: come sarà partire di sera e correre tutta la notte? L’indomani riusciremo a stare svegli o ad un certo punto crolleremo a terra dal sonno? Quanta acqua portiamo visto il caldo? Ipotizziamo tante cose ma a breve avremo una risposta a tutti i nostri dubbi sul campo…-2 ore alla partenza: Manu e Agnese si avviano con il camper in direzione del Passo Pennes (o PenserJoch), dormiranno su così domani mattina potranno vedere i primi e soprattutto farci assistenza in un momento che si rivelerà cruciale per la corsa! Io e Gianpiero invece ci dirigiamo con calma alla partenza (di oggi avremo già fatto come minimo 7-8 km che si sommeranno ai 121 della corsa), il caldo è ancora intenso, forse ancora peggio rispetto ad oggi, aumenta l’umidità mentre la temperatura non scende…manca poco alla partenza e ci sono ancora circa 30. Di fianco alla partenza c’è lo stand di Soul Running, promotori del VTC, ci presentiamo e ci salutiamo, ci vedremo con calma domenica a Siusi. -15 minuti alla partenza: siamo seduti sui gradini della fontana in centro alla piazza per riposare ancora un po’ le gambe ma il caldo che proviene dalle pietre è insopportabile (ci sta letteralmente cuocendo!) così ci alziamo e ci infiliamo nella zona di partenza, c’è tantissima gente venuta a fare il tifo. Un’ultima chiamata di Manuela, che mi informa che sono arrivate al colle e che sta diluviando!, mi da la carica per partire… Zehn, neun, acht, sieben, sechs, fünf, vier, drei, zwei, eins ... los! E si parte! Sfilata nel centro di Bolzano con tifo da stadio, un chilometro circa in piano per sgranare già il gruppo poi si comincia a salire su una strada cementata in mezzo a muri di pietra, pendenza media 35%. Manca l’aria. In un attimo siamo in un bagno di sudore…un bagno turco all’aperto!! Io e Gian saliamo regolari, solo quando cominciamo a vedere dall’alto le luci di Bolzano si comincia a respirare un po’ di aria fresca…si passa in SopraBolzano e anche qui tanta tanta gente ha aspettato il nostro passaggio per fare il tifo. Gianpiero va come un treno, io preferisco rallentare un po’ così mi trovo solo su una sterrata in mezzo ad un bosco dove mancano completamente i cartelli indicatori, il dubbio si insinua, però è l’unica strada…prima o poi incontrerò un segnale…poi arrivo su una strada asfaltata e trovo i cartelli. Dopo poco si devia a destra su una bella stradina sterrata che ad un certo punto abbandono (ma non ci sono indicazioni…spero che chi è davanti conosca la strada) e salgo a destra sulla massima pendenza per un prato (pista da sci) fino ad un pilone votivo e una sterrata. La luna fa capolino dalle montagne vicine, posso spegnere la frontale. Dopo un tratto semplice in cui rifiatare imbocco un sentiero ripido che in breve mi porta al Corno di Renon 2260m, primo ristoro, i primi 2000m di dislivello e 18km sono dietro le spalle…Comincio a scendere e poi ad attraversare in piano su sentiero erboso, davanti a me uno spettacolo incredibile…infatti il tracciato, dopo aver superato una conca, percorre la dorsale che fa anfiteatro per cui si vede una fila lunghissima di lumicini e si intuisce buona parte della strada che, a breve, dovrò percorrere. Salgo in una zona impervia, il sentiero a volte si perde tra i massi e gli acquitrini, ma non ci si può sbagliare. Le frontali dei concorrenti davanti a me mi indicano la direzione. Ad un certo punto il pendio si impenna e con una faticosa salita giungo in cima alla Forcella Sarentina 2460m. Sono all’inizio della cresta che, superato anche il Monte Villandro, porta, dopo una ripida discesa, ad una stradina ed a degli ampi pratoni. Qui sono numerosi gli steccati che dividono le proprietà e numerose sono le mucche ed i cavalli che pascolano liberi. Per attraversare le recinzioni ci sono spesso delle porticine oppure delle piccole aperture…ogni tanto si sente un “Toc”…è qualcuno che è passato poco più avanti o poco più indietro. Raggiungo un gruppetto, riconosco Gian che mi dice che è stato male di stomaco e sta faticando molto, mi incita a proseguire, ho un buon passo, sto bene e così supero il gruppetto. Nel frattempo comincia a schiarire, sono le 4.30 circa del mattino, alla mia destra, oltre la valle dell’Isarco, cominciano a vedersi le Dolomiti, il Sassolungo, la Mormalada ed una miriade di altre cime si stanno illuminando con le prime luci dell’alba, è uno spettacolo indimenticabile!! Dopo un bel traverso arrivo al secondo ristoro, alla Lazfonser Kreuz, è ormai giorno, ripongo la frontale nello zaino, mi fermo una decina di minuti a mangiare. Nel frattempo arriva Gian, sta meglio ma non è sicuro di continuare, prova a mangiare qualcosa poi vedrà se ripartire o no. Io riparto, si passa sulle pendici della Cima di San Cassiano, a mezza costa. Di qui comincia un lunghissimo traversone in sali e scendi che culmina in un colletto da cui pensavo di vedere già il passo Pennes…invece c’è ancora una lunga dorsale ad impedirne la vista. Dopo una breve ma ripida discesa salgo per pietraie ad un altro colletto e ad al rifugio Forcella Vallaga dove c’è il terzo ristoro. Mi fermo al sole che, dopo il freddo della notte, è molto piacevole, mangio della pappa reale e mi riposo qualche minuto. Riparto in salita e dopo un tratto esposto ed un ripido colletto divallo nuovamente…ma ad arrivare al colle sarà ancora molto lunga. Mi aspettano un paio di salite dure anche se non lunghe. Vado un po’ in crisi. Non sono riuscito ad alimentarmi bene e di punto in bianco finisco la benzina…Per fortuna al colle mi aspettano Manu e Agnese che mi vengono incontro e mi accompagnano al ristoro. Qui ci vuole una bella pausa! Starò fermo circa 45’, cercando di mangiare un po’ di pasta anche se ho lo stomaco chiuso. Poi Manu arriva con una superfetta di strudel che va giù che è un piacere…la lancetta del serbatoio segna di nuovo pieno…è ora di ripartire! Nel frattempo è arrivato anche Gianpiero. Non se la sente di continuare per via di un dolore al ginocchio e decide di ritirarsi. Sono stati pur sempre 62km e 4200m di dislivello…Manu mi accompagna per un pezzettino poi mi lascia incoraggiandomi come meglio può…il sentiero è bello e non sale molto. In poco tempo supero qualche concorrente e mi trovo al primo colle della seconda parte, il GrollJoch o Giogo delle Frane…nome perfetto per la discesa, ripida e franosa…il caldo comincia ad essere pesante nonostante la quota, al primo ruscello bagno il cappello e me lo rimetto in testa bello fresco…almeno per qualche minuto. La discesa è lunghissima, alterna tratti poco pendenti a tratti molto ripidi fino ad incontrare una strada cementata che scende ripidissima nel vallone. A quota 1500 circa si riprende a salire per una bella sterrata che dopo alcuni km porta al ristoro. Vado di nuovo in crisi. L’effetto strudel si è affievolito, e fatico parecchio…giunto al ristoro bevo un po’ di coca-cola e mangio qualcosa…molti dei presenti sono stanchi e accaldati, alcuni comunicano che si ritirano. Lì appesa c’è una cartina del percorso e non so perché leggo che il prossimo cancelletto alla Hirzer Hutte è alle 19.00, sono le 15 passate e se non mi sbrigo non rientrerò in orario…in realtà il cancelletto sarà alle 24.00…Parto allora deciso a mettercela tutta! Dapprima si sale per una ripida sterrata e poi per pratoni seguendo un’esile traccia che ogni tanto si perde…le forze sono ritornate, non sono fresco come una rosa ma vado su bene tant’è che pian piano mi avvicino a chi era partito prima di me! Raggiungo l’Alpler Niedler a 2624m dopo aver superato un tratto di cresta molto ripido dove ogni tanto bisogna buttare le mani per aiutarsi. Mi piacciono questi tratti, merito forse del mio passato alpinistico, così, quasi con le mani in tasca, riesco ad andare veloce e supero 7/8 concorrenti decisamente meno a loro agio…Percorro un bellissimo sentiero-balcone a mezza costa. Bisogna fare attenzione a dove si mettono i piedi…non è consigliabile cadere in questo tratto! L’ennesimo strappo mi porta in cima allo Pfandplitz e poi giù in discesa alla Hirzer Hutte che raggiungo intorno alle 18. Ormai il Garmin mi ha abbandonato da un po’ e navigo a vista, non mi ricordo con esattezza i chilometri e il tempo…So solo che da qui all’arrivo mancano ancora 38km ed in mezzo c’è l’ultima “difficoltà”, la salita all’Oberesharte o Giogo Piatto a 2698m sotto la punta Hirzer. Ho fame e così al rifugio mangio un po’ di pasta e bevo due bicchieroni di coca-cola. Comincia a tuonare però sembra che arrivi dall’altra parte della valle di Merano, quindi alle mie spalle… Preparo a portata di mano i manicotti e la giaccavento…Riparto con calma anche perché mi aspettano più di 700m di dislivello in poco più di 2km. Ogni tanto cade qualche goccia ma dopo un po’ esce nuovamente il sole che mi accompagnerà fino quasi al colle…L’ultimo tratto è impegnativo, c’è qualche breve passo elementare di arrampicata ma soprattutto bisogna fare molta attenzione alle pietre instabili che potrebbero essere molto pericolose per chi segue. In piena nebbia arrivo al colle, mi fermo un attimo a mangiare qualcosa, prima che si scateni un forte temporale (dietro di me solo altri 3 atleti riusciranno a valicarlo, per ragioni di sicurezza altri 50 atleti verranno bloccati dall’organizzazione). Mi raggiunge uno spagnolo (veramente forte che all’inizio si era perso e aveva buttato via un paio d’ore così se la prende comoda), cortese mi dice che comincia a scendere e mi aspetterà se il tempo dovesse peggiorare…La cosa non può che farmi piacere visto che sono stanco (lui invece sembra decisamente più riposato!) e il tratto da affrontare è ancora impegnativo…In realtà lo rivedrò solo al successivo rifugio…In discesa raggiungo un concorrente, lo riconosco come colui che aveva postato alcune foto di questo tratto su internet…corriamo insieme, lui è più veloce ma gli fa piacere avere un po’ di compagnia per cui rallenta al mio passo e, passo dopo passo e parola dopo parola, siamo costretti ad accendere le frontali. Dietro di noi tuoni e fulmini illuminano e rombano nella notte incombente. Ammiriamo questo splendido spettacolo da una posizione privilegiata e soprattutto asciutta! Dopo un lunghissimo mezzacosta su un “finalmente” bel sentiero dall’ottimo fondo, raggiungiamo un colletto dove due persone dell’organizzazione segnano i passaggi. Lascio proseguire il mio compagno e mi riposo un attimo…Dovrei essere ormai vicino alla Meraner Hutte, penso, e lo scrivo in un SMS a Manuela…Mai sensazione si rivelerà più sbagliata…Infatti il tracciato obbliga ancora ad una salita di circa 300m di dislivello, un lungo traverso ed una discesa spacca ginocchia su sentiero sconnesso…Sono le 23 e finalmente giungo alla Meraner Hutte. Ha cominciato a piovere. Mi mangio un po’ di brodo con della pasta e un bel bicchierone di coca-cola. Telefono a Manuela, sono quasi arrivato…mancano solo 30km…30 lunghissimi km…Lei si è organizzata per venire ad aspettarmi a San Genesio e fare l’ultimo pezzo con me, lasciando Agnese con Gianpiero (alla sua prima esperienza da baby-sitter!) in camper! Dopo poco ripartiamo tutti dalla Meraner Hutte, un gruppetto più avanti un po’ più veloce poi seguo io da solo e altri due un po’ più indietro. Nell’attraversare uno steccato sbaglio percorso e dopo qualche centinaio di metri il sentiero si perde. Vedo le luci degli altri sopra di me ma non riesco a capire dove passare…ritorno sui miei passi all’ultimo cartello indicatore e raggiungo i due che mi erano dietro. Trovata la strada giusta decidiamo di procedere insieme: uno ha una caviglia dolorante e in discesa fa molta fatica, spesso ci fermiamo per farlo rifiatare. Dopo un lungo tratto ripido e sconnesso raggiungiamo una strada poderale dall’ottimo fondo che seguiamo lungamente e dopo l’ennesimo strappetto arriviamo a Langfenn, il penultimo ristoro. Qui ritroviamo i sei che erano un po’ più avanti e il ragazzo dalla caviglia dolorante decide di abbandonare…Un vero peccato aver percorso più di 100km e doversi fermare…Ma è stata una saggia decisione visto quello che ci aspetta ancora! Dopo un bel bicchierone di minestra calda ed un po’ di riposo io ed il socio rimasto riprendiamo la discesa. Consiste in una lunghissima e praticamente tutta dritta strada sterrata per i successivi 5 km. Per fortuna è in leggera discesa. Dopo un tempo indefinito iniziamo a vedere le luci di San Genesio ma sembrano irraggiungibili! Ad un tratto, dopo l’ennesima salitella, sento Manu che mi chiama, non riesco a capire dove possa essere perché non vedo luci ma probabilmente lei ha visto le nostre…dopo un minuto finalmente ci troviamo! Che bello! Ora camminiamo insieme e ci raccontiamo un po’ di quello che è successo in queste ore…cavolo sono quasi le 4 di domenica mattina!! Dopo un giro nel paese e una bella scalinata arriviamo all’ultimo ristoro. Inizio a sentire il freddo, sono sfasato e la stanchezza si fa sempre più sentire. Ci fermiamo il tempo di mangiare un wafer (ovviamente è Loacker!). Si riparte, ormai sentiamo che l’arrivo è vicino e siamo impazienti di vedere le luci di Bolzano! La sterrata si inclina rapidamente e comincia a scendere ripidissima in mezzo alle pietre, è davvero dura con le gambe stanche! Poi si attraversa l’asfalto e giù per una strada cementata/asfaltata che arriva ad un bel castello…Comincia a schiarire…Le luci di Bolzano si avvicinano ma un cartello stradale ci avverte: attenzione pendenza del 35%! Ci prepariamo a tirare il freno a mano ma che calvario scendere questi ultimi chilometri!! Ogni tanto ci fermiamo e per riposare un po’ i tibiali ci giriamo faccia a monte…Poi, finalmente, attraversiamo la statale…Manca circa un chilometro di pista ciclabile in leggera discesa…Cominciamo a corricchiare. Incontriamo Gianpiero che ci incita e fa il tifo…ultima passerella sul Talvera e il traguardo: 31h20’09”! Manu e Gianpiero mi fanno i complimenti, foto, mi prendono lo zaino…Io non so bene cosa fare, mi mettono al collo la medaglia di Finisher e poi esco dalla zona di arrivo, un abbraccio con Manu, un saluto ai compagni di discesa e poi metto qualcosa sotto ai denti. Facciamo colazione a pane e prosciutto…Abbiamo saltato tutti la notte…Non mi sembra vero ma sono riuscito a finirla!! Ci ho messo un’eternità e ne sono consapevole ma non importa…ho raggiunto il mio obiettivo cioè finirla infischiandomene dei tempi, della classifica…Ho vinto la sfida con me stesso, ho portato ancora un po’ più avanti i miei limiti! Ormai sono le 6 di domenica mattina, non resta che farsi una doccia e cercare di dormire un po’…Alle 9 Agnese è già attiva e ci sveglia…Vabbè recupereremo poi!

 

Dopo aver sistemato un po’ di cose ci avviamo verso Siusi, sede dell’expo di materiale tecnico/scarpe organizzato dai ragazzi di Soul Running. È molto interessante, in realtà è per i negozianti e addetti ai lavori, ma noi diamo un’occhiata alle novità del prossimo anno, ci sono tutti i brand più famosi con un sacco di bel materiale! Ritrovo i due Andrea e Davide che mi fanno i complimenti, mangiamo un boccone, conosciamo gli altri finalisti del VTC, Flavio, Carmela ecc…Scopro oggi (la classifica era l’ultimo dei pensieri) che sono l’unico finisher oltre ai due della staffetta per cui sono arrivato primo nella sfida reale del VTC!!! Dopo una sobria premiazione salutiamo gli amici di Soul Running e festeggiamo con un buon gelato! Devo ricredermi rispetto a quello che normalmente rispondo ad Agnese quando mi chiede quando vincerò una gara…”sai Agnese…papà non vincerà mai niente correndo…”…questa volta però ho realmente vinto!!!

 

Un grazie di cuore a tutti coloro che mi hanno sostenuto moralmente durante la corsa, soprattutto nella notte tra sabato e domenica, in particolare Manuela per il continuo supporto logistico e per avermi fatto da “lepre” negli ultimi chilometri, a Gianpiero con cui ho condiviso parte della corsa, l’arrivo e il suo immancabile sorriso…e al gran lavoro di baby-sitter!!!